È solo nel 1925 che si ritornò a parlare di Concerto Cittadino e sempre in Consiglio Comunale, quasi a testimoniare il legame di dipendenza della Banda dal Comune. Il sindaco Salvatori Federico informò l’assemblea che molti cittadini chiedevano di ripristinare il Concerto Cittadino, pertanto propose di nominare una commissione che “studi e riferisca al Consiglio circa la predetta ricostituzione”. La commissione eletta era composta dai consiglieri Pasquali Sante, don Raffaele Tavani, Massi Luigi e Chimenti Maurizio. Nella stessa seduta il Sindaco propose anche di deliberare fin d’allora un compenso per il nuovo Concerto Cittadino, compenso stabilito nella somma di 1700 lire annue13.
Nel 1926, all’atto di acquisto di un fabbricato di Rotondi Giuseppe sito in corso Vittorio Emanuele da adibirsi a residenza municipale, fu riservato un vano alla scuola di musica, segno di una nuova attenzione da parte del Comune allora governato da un commissario prefettizio. L’anno dopo il Consiglio Comunale sancì definitivamente la ricostituzione del Concerto Cittadino con il seguente atto:
“Vista la richiesta avanzata,…considerato che realmente il Concerto Cttadino ha ripreso il buon funzionamento del passato coll’eliminazione di beghe paesane già esistenti, che venne istituita una scuola di musiva per nuovi allievi, tutti ragazzi dai 10 ai 14 anni

Delibera

1- di accordare alla Società del Concerto Cittadino per l’anno 1927 un sussidio straordinario di 2000 lire;
2- di stabilire con successiva deliberazione il contributo annuo ordinario da stanziare in bilancio;
3- di provvedere, con successiva deliberazione, a nominare un rappresentante del Comune in seno alla Società del Concerto Cittadino, allo scopo di vigilare la Società stessa e dare impulso al suo incremento”.

Come si vede il Comune fungeva da vero e proprio ente tutorio nei confronti del nuovo Concerto Cittadino, riservandosi il controllo e l’indirizzo. Siamo in periodo fascista, con commissariamento prefettizio, e l’atto va inquadrato in quel periodo storico. Esso è comunque importante non solo perché sancisce un impegno finanziario del Comune, ma anche perché chiarisce alcuni aspetti del passato, “beghe paesane”, e insiste sull’aspetto didattico- educativo della scuola di musica, funzione mai venuta meno fino ai nostri giorni.
Furono però gli eventi legati alla seconda guerra mondiale e ai disordini che colpirono anche Monteleone dopo l’otto settembre a imporre ancora una volta lo scioglimento del Concerto Cittadino. La partenza di molti giovani, i lutti, le difficoltà legate al razionamento dei viveri e alla sopravvivenza in genere, distoglievano dal dedicarsi ad una attività ricreativa-culturale che poteva apparire anche anacronistica viste le circostanze. Ancora una volta gli strumenti furono riposti e dimenticati, le note musicali rimasero sospese, legate idealmente al pianto per i figli caduti.